Libro “La strada di Casa”

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Gianluca non ha sonno, Gianluca non dorme mai.
La notte sta cominciando, il giorno ha esalato l’ultimo respiro.
Il letto pare una prigione, il silenzio lavora ai fianchi come un pugile dal passato navigato, non è sempre facile parare i colpi, soprattutto se sono sotto la cintola dell’anima.

Romanzo di Carlo Albè.
Una storia di Gianluca Bianchi.

Descrizione

Gianluca non ha sonno, Gianluca non dorme mai.
La notte sta cominciando, il giorno ha esalato l’ultimo respiro.
Il letto pare una prigione, il silenzio lavora ai fianchi come un pugile dal passato navigato, non è sempre facile parare i colpi, soprattutto se sono sotto la cintola dell’anima….

… È tempo di liberarsi dalle coperte, è tempo di sciogliersi davanti a un bicchiere, la notte chiama e non bisogna farsi trovare impreparati, oggi non è un giorno come gli altri. Gianluca cammina in punta di piedi per la casa, non vuole svegliare nessuno.
Ogni parete del posto dove ha vissuto gli ultimi anni della sua esistenza gli suggerisce un ricordo, un momento da inchiodare sul cartello della memoria.
È sempre importante ricordare da dove si viene, è vitale non dimenticarsi la strada che si ha davanti, soprattutto se porta sempre e comunque verso le proprie origini.
Giace il rumore, nell’aria solo i minuti flebili di chi ha consegnato al sonno, un riposo ristoratore.
Gianluca non può fare a meno di spingere, delicato, la porta della stanza di sua figlia. È un rito che ripete ogni notte e di cui non vuole fare a meno.
Dorme Fiamma e pare che nulla al mondo possa svegliarla.
I suoi respiri sono lenti, attaccati l’uno all’altro, suo padre la guarda con gli occhi stessi occhi di quando è nata, dodici anni prima.
Gianluca si chiede cosa starà sognando e se come quando era piccola, avrà ancora paura dei draghi.
Ha gli occhi chiusi Fiamma, dopo un’intera giornata trascorsa a rincorrere lezioni di scuola, libri da studiare e amiche con cui litigare, per poi fare pace cinque minuti dopo.
Cresce la ragazzina dalle gambe come giunchi, cresce e affronta la vita, perchè così deve essere, anche quando l’arbitro ti fa giocare in dieci.

Gianluca lascia la porta socchiusa, poi si dirige verso la sala da pranzo, una manciata di secondi per affondare sul divano, in preda ai pensieri, mentre una finestra indica il buio.
No, oggi non è una giornata come tutte le altre.
È arrivata una telefonata, una di quelle che non ti aspetti, le parole sono state chiare.
“Signor Bianchi, abbiamo trovato medicamento per curare la malattia di sua figlia.”
Poche e concise parole, capaci di cambiare il senso del futuro, le sue aspettative.

La malattia di sua figlia, meglio conosciuta come Fop. Fibrodisplasia Ossificante Progressiva.
Le conseguenze? Una penitenza eterna.
Ma ora c’è quella telefonata, una speranza diventata realtà.

Gianluca non ha sonno, Gianluca non dorme mai.
E ora se ne sta lì, accoccolato sul divano di sempre, a ricordare tutto quello che lui e sua figlia hanno affrontato in questi lunghi dodici anni.
Sempre insieme su un sentiero fatto di curve a gomito e buche messe lì dal destino, senza mai frenare, perchè chi si ferma non ha capito niente.
Perchè chi tira il freno, non potrà mai vedere fino in fondo quella strada.

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